Brevi riflessioni circa le religioni, la spiritualità e la meditazione
Le religioni sono molteplici, la spiritualità (e il benessere interiore delle persone) invece è una ed è universale. Per coltivare la spiritualità c'è bisogno innanzitutto di purificare la mente tramite la disciplina della meditazione e il riconoscimento della propria nullità, che apre le porte alla saggezza (v. I Mistici, le sacre Scritture e particolarmente la Cabala ebraica).
La meditazione è una disciplina che va consolidata e stabilizzata nel tempo, bisogna dedicarsi ad essa e praticare regolarmente e con metodo. La pratica di seduta formale va accompagnata, quando è necessario, con esercizi di respirazione, pulizia dei canali, dei centri del corpo sottile (chakra) con il sostegno dei mantra e con uno stile di vita etico e compassionevole verso se stessi, il creato e tutte le creature. Innanzitutto, la pratica principale è quella di diventare poveri, veramente e profondamente poveri di spirito, come insegna il grande maestro mistico medioevale (Meister Eckhart):
"Si deve divenire veramente poveri e liberi dalla volontà creaturale quanto lo si era quando non si era ancora nati. E io vi dico, per la verità eterna, che finchè desiderate compiere la volontà di dio, finchè avrete qualche desiderio di eternità e di dio, non sarete veramente poveri. Possiede la povertà spirituale soltanto chi niente vuole e nulla desidera".
A Maestro Eckhart fa eco, alcuni secoli dopo, il mistico carmelitano San Giovanni della Croce, con il suo: "Nel nulla c'è tutto". Del resto anche San Paolo disse: "Quando caddi da cavallo vidi il nulla e nel nulla c’era dio". E non dimentichiamo la frase del Mahatma Gandhi: "Se vorrete nuotare nell'oceano della verità, dovete ridurvi a nullità". Perciò io mi presento come "Studente del nulla".
Vincenzo Noja
Mandala Cosmico (Fonte: spiritodiluce.blogspot.com)